Sfruttare il food porn per promuovere un ristorante
La mania di realizzare immagini goduriose di torte al cioccolato, arrosti succulenti, pastasciutte traboccanti di sugo, dessert da urlo e antipasti coloratissimi, non imperversa solo tra i giornalisti enogastronomici e i food blogger, ma anche tra la gente comune, famiglie con bambini, teen-ager e coppie di una certa età; stiamo parlando del fenomeno del food porn!

Questo fenomeno social(e) trova la sua ragion d'essere su
Instagram e
Pinterest, i
due social network votati alla fotografia. Come è possibile
sfruttare il food porn per la promozione di un ristorante? Cosa, meglio di una foto, rende l'idea di un bel piatto di pasta asciutta?
Le origini del food porn
Il termine "
food porn"
nasce da un articolo di Frederick Kaufman comparso su Harper Magazine nell'ottobre 2005 dal titolo: "
Debbie does Salad:
The Food Network at the Frontiers of Pornography" (Debbie prepara l'insalata: il canale del cibo alla frontiera della pornografia).
Un giornalista, precedentemente affiliato all'industria del porno, spiega come il
food style abbia preso in prestito alcune tecniche visive da quella del porno. L'articolo non è disponibile gratuitamente online ma,
se vuoi approfondire l'argomento,
qui trovi una versione ridotta.
L'
articolo parla principalmente di come le tecniche di fotografia e di ripresa, e il "look pornografico",
siano stati incorporati nella presentazione dei cibi. Ci viene spiegato come alcune tecniche tipiche della produzione di materiale pornografico, quali lo swooping (la rapida discesa dell'inquadratura da un punto in alto fino a un livello inferiore) o la ripetizione, siano ormai la norma nelle riprese TV, che hanno a che fare con il cibo.
Sebbene sembri strano da dire,
non tutto è food porn. Ti faccio un esempio: un'inquadratura in primissimo piano di una fiamma, una goccia di cioccolato che cola sulle dita e la telecamera che zooma quando questa viene leccata via, per poi lanciarsi a inquadrare il prodotto finito, come un Don Giovanni si fionderebbe su di una gentil donzella mentre sta per svenire.
Questo, era per dirti che
spesso vedo associare il termine food porn a cose che non assomigliano lontanamente a quanto hai appena letto. Io, però, un'idea me la sono fatta, e vorrei condividerla con te.
Scomporre l'idea del food porn

Parlando di food porn su Internet si parla per lo più di fotografia, ma il concetto si estende anche ai video e alla presentazione del cibo che ci servono al ristorante. Io,
ti parlerò per lo più di fotografia, anche perché per quello che riguarda i video ci ha già pensato Kaufman.
Se scomponiamo la fotografia del cibo come un oggetto culturale possiamo analizzare meglio i suoi elementi e arrivare a capire
cosa rende più o meno “
porno”
certe foto di cibo. Quando guardiamo una foto di cibo possiamo notare dettagli che rimandano a un che di erotico, come salse luccicanti che colano o cibi dalle forme sinuose.
Anche una presentazione elaborata può andare a toccare questi stessi tasti, al ristorante
la cura dello chef nell'
impiattare può benissimo essere paragonata a quella di un allestimento fotografico.
La presentazione del cibo
Molti di noi sono arrivati a vedere l'elemento pornografico nel cibo, ma questo elemento può venire accentuato dalla presentazione nel piatto.
Un impiattamento costruito per bene può richiamare l'
immaginario pornografico, una tartare di tonno delicatamente adagiata in equilibrio sul suo contorno, o dei succulenti gamberi sdraiati su di un letto cosparso di una salsina vellutata, sono sono alcuni esempi. Scommetto che avrai piatti ben più goduriosi da presentare e fotografare.
Cibi esotici e familiari

Spesso, il rapporto che abbiamo con il cibo non è dato dal suo “erotismo esplicito”, ma dal fatto che è parte quotidiana della nostra vita.
Il food porn può racchiudere sia cibo a noi familiare che esotico. Quest'ultimo è spesso e volentieri la star del food porn, in quanto appunto esotica, rara. Una coulis preparata con un frutto che cresce solo nella foresta equatoriale africana ha un impatto visivo (ed emozionale)
particolare. Cosi, come ad esempio, una crema fatta con il latte di un raro incrocio di pecore peruviane.
C'è, però, anche la ragazza della porta accanto: un cibo a noi familiare, visto sotto una luce sensuale. Una semplice mela possiamo elevarla, renderla molto seducente e anche impudica, se la cospargiamo di caramello liquido caldo. La guardiamo, in questi casi, come se la vedessimo per la prima volta nella nostra vita.
Elementi dello sguardo pornografico

Alcune volte non c'è nulla di pornografico nel cibo in sé, è il modo in cui lo guardiamo che lo rende “porn”. Siamo noi spettatori che interagiamo con l'oggetto e lo troviamo attraente per qualche motivo, magari perché il fotografo è stato bravo a renderlo in foto, o magari perché lo fissiamo così intensamente da ipnotizzarci.
Si crea un legame tra noi e il cibo,
la “
food pornography”
è senza dubbio
la relazione che c'è tra l'osservatore e l'oggetto cibo.
Come la pornografia pura e semplice, anche il food porn ha quell'elemento di negazione. Lo vediamo di fronte ai nostri occhi ma non è veramente davanti a noi, non possiamo ottenere nulla dalle foto o dai video; se questo viene fatto bene, crea ossessione.
Veniamo ipnotizzati dalle foto. Io stesso sono stato ipnotizzato da quelle di Lara Ferroni o Lezlieslense. Spesso, mi trovo a scorrere pagine e pagine dei loro siti. È una droga. Come fossi un pornodipendente, non posso farne a meno. Per quanto ogni foto sia bella, più ne guardo e più ne voglio guardare ancora e ancora.
Coloro che fotografano il loro cibo, spesso, si trovano essi stessi ossessionati guardandolo, e producono foto su foto di dettagli di cibo.
Mi sono trovato in una situazione simile una mattina con un mandarino e una leggera luce che filtrava dalla finestra. Il risultato sono state 20 foto, senza neanche rendermene conto. Sebbene un mandarino non sia molto sexy nella sua normalità, più lo guardavo e più lo volevo continuare a guardare e, sì, "spogliare". La buccia appoggiata accanto come della lingerie, il frutto aperto e quel solco centrale sembravano - è imbarazzante da dire - molto femminili. Le venature del frutto erano nervi, pronti a inviare sensazioni piacevoli.
Certo, sono sicuro che avrai mangiato mandarini senza fare pensieri simili, ma a volte è come un test di Rorschach: ognuno vede qualcosa di diverso, e gli impone il suo simbolismo.
Produrre l'estetica pornografica
L'
elemento della produzione fotografica aiuta direttamente l'audience a sperimentare il cibo. Al contrario del cibo servito al ristorante, che possiamo guardare da diverse prospettive, annusare e assaporare,
il cibo fotografato ci costringe a guardarlo, secondo le scelte e la composizione ideata dal food stylist.
Inquadratura
I fotografi possono incoraggiarci a percepire il cibo in maniera particolare utilizzando, in primis, l'inquadratura, decidendo, per noi, cosa farci vedere. Insomma, ci troviamo di fronte a dei “guardiani invisibili” che ci minacciano, ma allo stesso tempo ci stuzzicano, sia con quello che non ci rivelano sia con quello che ci permettono di vedere. Non possiamo avere tutto. Un particolare del piatto è in ombra, o è fuori dall'inquadratura.
Il ritaglio della foto non esaurisce la sua importanza per quanto cibo ci mostra, ma anche su quanto c'è intorno ad esso. Un piatto, per quanto sensuale, può essere accostato a una elegantissima forchetta posata su un tovagliolo piegato ad arte.
Elementi simili ci colpiscono come una bacchettata sulle mani che stiamo per allungare.
Ci fanno ricordare che il cibo è, molto spesso,
inserito in un contesto non pornografico. L'assenza di un contesto, al contrario, permette alla mente di vagare liberamente.
Orientazione
Un altro elemento, preso in prestito dalla pornografia,
è l'
orientazione del soggetto. Inquadrare il cibo da un'angolazione particolare, inconsueta magari, può farlo sembrare più esotico, o farlo sembrare la ragazza della porta accanto (come si diceva in precedenza).
Altre volte, invece,
una sottile modifica dell'
angolazione può fare la differenza, e suscitare le stesse emozioni della gonna di Marylin Monroe sollevata dall'aria.
Zoom
Il modo in cui viene prodotta un'immagine, incoraggia gli spettatori a guardarla con desiderio o con occhio intimo.
Un potente elemento di sensualità è la vicinanza al soggetto. Quando ci troviamo molto vicini a una persona è segno che siamo intimi. È come la vicinanza che, due persone che si scambiano il primo bacio, cercano di ridurre per raggiungere il loro intento.
La televisione e il cinema manipolano costantemente questa distanza. Al primo anno di studi, i registi imparano che il “close-up” permette allo spettatore di identificarsi nel personaggio. Zoomare, allontanandosi, invece, dà un senso di perdita e di distanza emotiva.
Lo stesso ragionamento si può applicare al cibo:
quando siamo molto vicini possiamo gustare il cibo più intimamente.
Feticismo e imperfezioni
Quando lo zoom è portato agli estremi ci aiuta a sperimentare il cibo in maniera del tutto nuova, più realistica, più fisica. È la distanza alla quale lentiggini e nei diventano familiari, dove non si possono più nascondere i capelli fuori posto. A questa distanza anche il cibo si rivela a noi, con le sue imperfezioni e tutto il resto.
Nella creazione di questo terrificante spazio intimo siamo invitati ad adorare il cibo, a feticizzarne i difetti e le imperfezioni.
Profondità di campo
L'abile utilizzo di una ridotta profondità di campo, e l'artistico posizionamento delle luci, dirigono la nostra attenzione, intimamente e pornograficamente, sull'oggetto cibo. Nient'altro.
Siamo incapaci di resistere.
Lo sfondo completamente sfocato ci ricorda che c'è un mondo dietro e intorno al cibo, ma noi siamo bloccati su di esso. È come la classica scena da film in cui una coppia sta per dividersi ma qualcuno riporta l'amata (o l'amato) sui suoi passi, con una carezza sulla guancia.
Non c'è nulla oltre questo momento. Oltre questo cibo.
Rimani deliziato dal leggero colore brunato dei pinoli tostati, o dalle verdi erbe che si sposano con i toni arancioni. O ancora di come i bordi scolpiti della bistecca toccano quelli più morbidi della polenta, che gioca con la salsa.
Sfrutta il food porn per la promozione del tuo ristorante

Ti ho parlato delle tecniche per
creare un'
immagine evocativa, che instilli in chi la osserva un desiderio irrefrenabile di assaporarla. Questo è il food porn, e puoi usarlo
per promuovere il tuo ristorante.
Per farlo, naturalmente,
ti serviranno delle fotografie. Puoi assumere un professionista che immortali le tue creazioni migliori,
inserirle nel tuo sito Internet e sui tuoi canali social (Facebook, Instagram, Pinterest, ecc.), e lasciar parlare loro al posto tuo.
Puoi anche cercare di
creare engangement con il tuo "pubblico", coinvolgerlo, attraverso uno stratagemma efficace e redditizio - sia per te, che per il cliente. Per farlo, devi semplicemente lasciare che siano gli avventori del tuo ristorante a fotografare i piatti e a condividerle nei loro canali social. A questo,
unisci un hashtag che rappresenti il tuo ristorante (es. #NomeDelLocale),
e un piccolo sconto a chi condividerà la foto appena scattata.
Come ultima cosa,
ricorda sempre di servire la massima qualità. Una foto puoi attrarre, è vero. Ma se l'immagine non corrisponde al gusto che ognuno di noi può immaginare, la magia avrà presto fine. Viceversa, se tutto combacerà avrai fatto jackpot.
Per le materie prime del tuo ristorante
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