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È il momento di prepararsi a ricominciare la stagione estiva e stabilimenti balneari e attività stagionali devono riorganizzarsi. Ecco quali sono le normative da rispettare.
Il chiosco in spiaggia, all’interno o a ridosso di uno stabilimento balneare, è un sogno per molti baristi: cosa c’è di meglio che lavorare vista mare dall’alba al tramonto ed oltre? Una clientela vastissima e trasversale, clienti attratti dal mare e di bagnanti da mattina a sera che acquistano bevande, panini e gelati.
Ma quali sono le norme da rispettare e i permessi da richiedere per chi gestisce un chiringuito (chiosco per la vendita di alimenti e bevande) sulla spiaggia o un bar all’interno di uno stabilimento balneare? E quali sono le idee più furbe per far volare questo genere di attività? In questo post proviamo a fare chiarezza. Se sei già del mestiere e per la stagione estiva alle porte vuoi ampliare il tuo giro d’affari sbarcando anche sul mare, qui ti diciamo tutto quello che devi sapere.
Partita IVA, iscrizione presso la Camera di Commercio, Inps e Inail, licenza SAB per somministrare alimenti e bevande: per aprire un bar in spiaggia, che sia un piccolo chiosco o un locale all’interno di un esclusivo stabilimento balneare, i permessi da avere e le leggi da rispettare sono gli stessi dei bar in città. A cui si aggiunge naturalmente la concessione demaniale (della quale è già in possesso lo stabilimento balneare al quale è annesso il bar) perché l’arenile appartiene allo Stato. Leggi qui nel dettaglio quali sono tutti i requisiti necessari per aprire un bar:
Anche i più piccoli bar sulla spiaggia sono coinvolti nella preparazione e vendita diretta di alimenti (che sia un semplice caffè o un banale tramezzino) quindi devono avere obbligatoriamente la certificazione HACCP sul sistema di qualità e sicurezza alimentare.
Attenzione: a volte si vedono chioschi improvvisati nei quali il cibo non è conservato correttamente (le alte temperature estive sono ancora più pericolose in questo senso) o in cui i piani di lavoro degli alimenti non sono perfettamente al riparo da sabbia e polvere. Ci sono sanzioni salatissime per chi non si adegua alle norme di autocontrollo imposte dall’HACCP per tutti gli esercizi che operano nella catena alimentare dalla produzione alla distribuzione.
La certificazione HACCP si ottiene seguendo un corso accreditato, anche Camera di commercio e Confartigianato ne organizzano. I bar sulla spiaggia non sfuggono neanche al decreto sanzioni sui menu di bar e ristoranti, obbligati a trasmettere ai consumatori informazioni in materia di allergeni e prodotti surgelati. La norma entrata in vigore lo scorso anno prevede sanzioni fino a 40mila euro per la mancata indicazione di sostanze che possono provocare intolleranze o allergie.
Scatterà proprio in piena estate un’altra rivoluzione fiscale importante per attività ed esercizi commerciali (bar inclusi), dopo quella della fatturazione elettronica. Dal primo luglio, infatti, il caro vecchio scontrino di carta non esisterà più per gli esercizi con un fatturato minimo di 400mila euro, sostituito dallo scontrino elettronico. Per i più piccoli la ricevuta d’acquisto in digitale entrerà invece in vigore il primo gennaio 2020. Leggi qui nel dettaglio come funzionerà lo scontrino elettronico per i bar.
Diciamolo pure, il sole, il mare, il relax, già di per sé sono fattori che possono fare la fortuna di un bar al mare. Si tratta generalmente di esercizi stagionali che lavorano solo nei mesi estivi invece che tutto l’anno.
Come far volare un’attività affollata di gente che si sta rilassando al sole o divertendo sui campi sportivi in spiaggia o che si sta godendo le agognate vacanze? In questo caso non vale la regola di individuare un target preciso di riferimento: il bar sulla spiaggia ha una clientela assolutamente trasversale. Per questo motivo deve riuscire a mostrare tanti volti diversi nell’arco della giornata andando incontro alle più disparate esigenze:
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