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Se prima erano importanti, oggi sono fondamentali. Parliamo ovviamente dei social network e del loro rapporto con la ristorazione.
Un settore che negli ultimi due anni ha subito molto più di altri le ripercussioni determinate dalla pandemia ancora in corso e che, soprattutto attraverso i social, è riuscita a mantenere il contatto con la propria clientela. O, in molti casi, addirittura ad acquisirne di nuova.
È il caso, infatti, dei moltissimi ristoratori che hanno trovato la forza di reinventarsi in questi mesi, grazie a strategie incentrate sul take away e la consegna a domicilio, comunicate soprattutto attraverso i social.
Facebook e Instagram per la maggiore, con dati di presenza di ristoranti italiani che sforano il 75%, cresciuti ulteriormente a seguito della pandemia. Strumenti che soprattutto in questi mesi difficili hanno offerto un concreto supporto allo sviluppo di strategie incentrate sull'asporto e il delivery.
In questi anni, social network come Facebook e Instagram non hanno solo lavorato al fianco della ristorazione: sono stati in grado di cambiarla. Investimenti pubblicitari, acquisizione di pubblico, “instagrammabilità” dei piatti, consultazione di menù e carte dei vini, novità in arrivo, testimonial: una parte importante del lavoro di un ristorante passa oggi attraverso le sue vetrine social.
L'insorgere della pandemia non ha fatto che accelerare ulteriormente un processo già in atto, cioè quello di un sempre maggiore coinvolgimento attraverso strategie ottimizzate e targettizzate per catturare l'attenzione durante lo scrolling quotidiano.
I numeri recentemente raccolti da Agicom e Audiweb parlano da soli:
· oltre 50 milioni di italiani (92% del totale) sono presenti su una delle due piattaforme;
· 35,5 milioni utilizzano Facebook o Instagram quotidianamente;
· oltre il 30% degli italiani ordina cibo a domicilio fino a due volte a settimana.
Dati che si riferiscono al 2019, anno precedente alla pandemia, e che hanno visto esplodere le percentuali già durante il primo lockdown della primavera scorsa.
Il potere dei social network sta nell'aver ormai condizionato la relazione tra il pubblico e il cibo. Un fattore che, ovviamente, riguarda anche chi opera nella ristorazione, all'interno della quale è oggi impensabile escludere la promozione anche attraverso questi canali.
È scritto anche ma si legge soprattutto.
Prendiamo il caso del ristorante milanese Miscusi, originale fast-food che offre solo pasta fresca e che in poco più di un anno ha conquistato la città meneghina passando da 8 a 70 dipendenti per un totale di 20.000 pasti serviti e l'apertura di un secondo punto vendita.
A detta dei titolari Alberto Cartasegna e Filippo Mottolese la scelta di investire il 100% del budget pubblicitario su Facebook e Instagram, opportunamente gestito da un team marketing interno, si è rivelata vincente.
Simile il caso del ristorante Daruma Sushi di Roma che grazie ad una campagna social lanciata in occasione della Giornata Internazionale del Sushi è riuscito ad incrementare del 25% le vendite online a nuovi clienti e del 70% quelle offline.
Social come Facebook e Instagram rappresentano strumenti perfetti per il marketing di ristoranti, ma occorre utilizzarli a dovere. Inutile ribadire l'importanza di “essere presenti” con contenuti costanti, puntuali e interessanti, in grado di sollecitare le interazioni del pubblico. Oggi è, più che mai, fondamentale essere presenti nel modo giusto, cioè sempre più affinato e professionale.
La presenza sempre maggiore dovuta alla diffusione di questi strumenti nel settore, ma anche al potenziamento dettato dalle ripercussioni pandemiche, ha di fatto incrementato la concorrenza e, con essa, i costi per click. Ciò significa che nell'ultimo anno le inserzioni pubblicitarie su Facebook e Instagram sono arrivate a costare molto di più o molto di meno per chi ha scelto di utilizzarle, in base alla loro efficacia.
Più coinvolgente è il contenuto proposto (con un numero maggiore di utenti che rispondono, cliccano, condividono) meno costosa sarà la singola interazione di ognuno di loro e più persone visualizzeranno il post. Sotto quest'ottica appare evidente l'importanza sempre più strategica di affidarsi a professionisti del marketing per ottimizzare target, formati, segmentazione del pubblico e altre specifiche per la creazione di una campagna in grado di fare breccia.
Non che il singolo ristoratore non sia in grado di creare contenuti interessanti o coinvolgenti (anzi, specie per le storie Instagram i migliori contenuti sono ancora quelli “veri” e “sinceri”). Il problema è il tempo e la continuità da dedicare a questo aspetto, sempre più preponderante nel quotidiano di un'attività già impegnata con il resto del lavoro.
Un gruppo Facebook di e per i ristoratori, all'interno del quale confrontarsi, trovare consigli, strategie, idee e condividere la propria passione: è Horeca Business People, la nuova Gommunity di ScelGo, il cash&carry da oltre trent'anni punto di riferimento per i ristoratori italiani.
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