Un vitigno autoctono poco conosciuto ma molto apprezzato nei ristoranti per la sua caratteristica profumata e versatile. Scopriamo i vini di questa piccola regione. Quando pensi al vino, questa pa

Scoppia la moda dei vini molisani: Tintilia e dintorni

Un vitigno autoctono poco conosciuto ma molto apprezzato nei ristoranti per la sua caratteristica profumata e versatile. Scopriamo i vini di questa piccola regione. donna degusta la tintilia Quando pensi al vino, questa parola ti conduce tra bollicine che solleticano i palati più esigenti, le denominazioni più famose, le bottiglie pregiate e, magari, vini francesi conosciuti e ricercati. Ma non sempre è necessario spendere un patrimonio per offrire un prodotto di qualità. L’Italia, secondo le ultime stime, dispone di 590 vitigni coltivati in più di 500 aree diverse, 350 dei quali sono vitigni autoctoni. E se gli antichi Romani avevano ribattezzato parte del Belpaese con il nome di Enotria, ovvero terra del vino, un motivo ci sarà stato. Si tratta di un patrimonio immenso: siamo grandi produttori di vini autoctoni che riflettono la biodiversità del territorio e la sua identità. Oltre alla varietà di uve, la nostra Penisola presenta un forte legame tra la vinificazione e il territorio: i vini italiani di maggiore successo sono quelli più legati alle proprie origini. Il fascino indiscusso di queste uve arriva in maniera prepotente anche oltre confine e seduce persino i millennial, sempre più appassionati di tour enogastronomici in giro per l’Italia. È, quindi, un trend sul quale puntare, soprattutto se fai parte del settore della ristorazione.

Perché scegliere vini autoctoni

cantinetta di vini ristorante I vini autoctoni raccontano e danno voce alla nostra Penisola e testimoniano un’Italia che non è solo storia, arte e monumenti, ma anche buon cibo e ottimo vino. I vitigni che fanno parte di questa categoria sono particolari varietà coltivate e diffuse nella stessa zona di origine del vitigno stesso. Si tratta, quindi, di vitigni non trapiantati da altre zone, ma presenti sin da tempi immemorabili. E, ovviamente, la produzione avrà caratteristiche organolettiche specifiche e ben distinte. Scegliere vini autoctoni significa puntare sull’espressione più autentica della territorialità. Questi vini, tra l’altro, sono sempre più presenti nelle carte dell’alta ristorazione, soprattutto perché non sono più considerati semplici curiosità per i turisti. E c’è anche una bella varietà offerta dalla nostra Penisola. Ogni regione italiana, infatti, ha i suoi vitigni autoctoni: questa grande scelta rende unica al mondo la realtà italiana. Pensa al Barbera, tipico del Piemonte, o al Montepulciano e al Pecorino in Abruzzo. Persino una regione piccola come il Molise ha le sue eccellenze doc. Oggi vogliamo parlarti della produzione vitivinicola di questo territorio, considerato fino a qualche tempo fa la Cenerentola della Penisola e diventato attualmente una delle mete gourmet. Questo risultato è stato raggiunto grazie al lavoro di tanti giovani che hanno creduto e investito sul Molise. Continuando con la lettura, scoprirai tipi di vini che ti sorprenderanno e che potresti inserire nella carta dei vini del tuo ristorante, vero biglietto da visita di un locale, insieme al menu.

Vini molisani DOC

Il Molise risente dell’influenza delle regioni limitrofe per quanto riguarda la composizione della lista dei vitigni, per questo motivo, la sua produzione, tipica dei territori confinanti, è rappresentata da vini come il Montepulciano e l’Aglianico per i rossi, mentre per i vini bianchi primeggiano la Falanghina, il Trebbiano, il Greco e la Malvasia. Nella produzione sono presenti anche il Moscato reale, in versione passita e i vitigni internazionali come lo Chardonnay, il Cabernet Sauvignon e il Merlot. Tra i vini molisani sui quali puntare, ci sono i tre Denominazioni di Origine Controllata: 1.il Biferno, nelle versioni rosso, rosato, bianco, Riserva e Superiore. Il bianco, dal colore paglierino e dal sapore asciutto e armonico, è prodotto da uve Trebbiano toscano, vitigni a bacca bianca e Malvasia. Il Biferno rosso ha un colore rosso rubino e un gusto armonico e vellutato. La Riserva ha un colore rubino e ha un sapore intenso e robusto. È il risultato dell’unione di uve Montepulciano, Aglianico e altri vitigni a bacca nera, proprio come il Superiore e il Rosato dal sapore più fruttato. 2.Il vino Pentro Rosso, dal gusto vellutato e gradevole, è prodotto da uve Montepulciano e Sangiovese, come la sua versione Rosato, più delicato e lievemente fruttato. Il Pentro Bianco, fresco e armonico, è il risultato dell’incontro tra Bombino e Trebbiano toscano. 3.Il Vino Molise, tipico vino da pasto, è prodotto nelle tipologie Falanghina, Moscato, Moscato passito, Pinot bianco, Chardonnay, anche in versione spumante. Questi tipi di vino sono prodotti utilizzando vitigni corrispondenti, ai quali possono essere aggiunte uve provenienti da altri vitigni. Ma la vera chicca è la Tintilia DOC, unico vino autoctono del Molise che ha rischiato l’estinzione. Il vitigno dal quale viene prodotto è legato fortemente alla storia e alla tradizione molisana.

Tintilia DOC: il Molise è servito

servire vino al ristorante Alla fine degli anni Sessanta, la produzione vitivinicola molisana si spostò nelle zone pianeggianti, per puntare sulla quantità. I vitigni che non assicuravano grandi produzioni, come la Tintilia, vennero abbandonati. È solo negli ultimi dieci anni che alcuni agricoltori hanno ricominciato a puntare sulla qualità e sulla tradizione, recuperando un vitigno che ha una storia molto romantica alle spalle: la leggenda narra che il conte Carafa, nobile di origini napoletane, nel 1300 si innamorò della figlia di uno dei luogotenenti dei Borbone. I due si sposarono e, durante il banchetto nuziale, gli invitati poterono gustare un vino spagnolo rosso rubino, dal sapore intenso e fruttato. La sposa purtroppo si ammalò e morì poco dopo. Il conte, disperato, importò dalla Spagna e fece piantare tra i comuni di Mirabello e Gildone alcuni vitigni dai quali si produceva quello stesso vino bevuto il giorno delle nozze. Era la prima vigna di Tintilia. Secondo la scienza, il vitigno autoctono non è una varietà del Bovale Sardo, ma una varietà specifica. È quanto affermano gli studi effettuati sul DNA di questo vino, da parte degli esperti dell’Università degli Studi del Molise. Il vitigno originale della Tintilia risalirebbe alla metà del Settecento, durante la dominazione Borbonica. Il suo stesso nome deriva dallo spagnolo “Tinto”, che significa rosso. Attualmente, la Tintilia rappresenta il vino di punta della regione.

Tintilia del Molise: come abbinarla al cibo

cameriere serve vino Se dovessi inserire la Tintilia nella carta dei vini del tuo ristorante, ricorda bene cosa consigliano i sommelier: la finalità dell’abbinamento cibo-vino è quella di creare un matrimonio armonico di sapori, che esalterà le caratteristiche di entrambi, così da regalare al palato dei tuoi clienti un’esperienza piacevole. Il corpo del vino deve essere bilanciato e proporzionato alla struttura del piatto. Stesso discorso per quanto riguarda gli aromi. In base a queste regole, le pietanze più semplici e delicate verranno abbinate a vini leggeri. Al contrario, le preparazioni più elaborate e condite in maniera più ricca avranno bisogno di vini complessi, proprio per sostenere il sapore strutturato di piatti del genere. Nel caso specifico del vino Tintilia, le sue note intense si accompagnano perfettamente a primi conditi con sughi di carne, oppure a secondi piatti come selvaggina e carne bianca in umido, ma anche a formaggi stagionati. Questo vino molisano autoctono, infatti, si distingue per il suo colore rosso rubino intenso, con riflessi violacei. All’olfatto presenta note speziate ed eleganti di frutta: ciliegia matura, frutti rossi e prugna arricchiti da note di liquirizia e pepe, cacao e caffè. Il gusto è pieno, morbido e caratteristico. Le sue qualità sono molto apprezzate dai consumatori, soprattutto tra i più attenti, sempre alla ricerca di vini che raccontano il territorio. E la Tintilia rappresenta proprio questo: un vino molisano d’eccellenza, fortemente legato al terroir.

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