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Sono sempre più diffusi e costituiscono un'importante alternativa per incrementare le ordinazioni di ristoranti, paninerie, pizzerie e tavole calde. Parliamo delle piattaforme di food delivery, come Just Eat, Deliveroo e The Fork: nuove prospettive di business, se sai come gestirle!
In un precedente articolo ti abbiamo già parlato dell'importanza rappresentata dall'investire nel servizio di consegna a domicilio per incrementare le ordinazioni nel tuo locale.
Oggi abbiamo scelto di affrontare la questione un po' più nello specifico, per sapere quanto costano al ristoratore, in termini di lavoro e denaro, Just Eat o altri servizi di food delivery simili, come funzionano e quali pro e quali contro comportano.
In Italia, l'ordinazione di cibo attraverso queste piattaforme è un fenomeno ancora relativamente di nicchia. Recenti statiche redatte dall'Osservatorio Nazionale evidenziavano come su un campione di 2.000 persone solo il 2% avesse ordinato cibo a domicilio attraverso una di queste applicazioni nel corso degli ultimi 6 mesi. È però necessario evidenziare quanto questo trend sia soggetto ad una rapida e costante ascesa da qualche anno a questa parte, con un incremento della frequenza di riordino di circa 4-5 volte al mese, e una spesa media di 97 euro mensili, a fronte dei 32/37 degli anni scorsi.
A guidare le classifiche sono senza dubbio i millennials, universitari e giovani lavoratori in testa, più vicini all'utilizzo di smartphone e tecnologie correlate nella loro vita quotidiana.
con 4.600 attività di ristorazione convenzionate in 400 Comuni italiani detiene senza dubbio (e non a caso, come vedremo più avanti) il primato di diffusione e utilizzo. La capillarità del servizio e provvigioni maggiormente convenienti per il ristoratore rispetto ad altre piattaforme concorrenti hanno determinato una forte diffusione di questa app nel corso degli ultimi anni.
Sulla stessa linea, seppur con caratteristiche differenti di caso in caso, si inquadrano anche:
Definita dal Financial Times “la società in maggior crescita negli Stati Uniti” è attualmente il concorrente più spietato di Just Eat. Il suo arrivo in Europa ha decretato l'assunzione di 900 nuovi rider nel solo Regno Unito. In Italia si posiziona, per diffusione ed utilizzo, appena dopo il colosso danese che, senza le dovute precauzioni da parte di quest'ultimo, potrebbe equiparare presto.
È un'app sviluppata dai gestori di TripAdvisor che, secondo gli stessi ideatori, permetterebbe un risparmio fino al 50% sul costo delle ordinazioni rispetto ad altri servizi concorrenziali. Il pubblico italiano ha conosciuto questa applicazione negli ultimi anni grazie ad una serie di spot televisivi trasmessi sulle reti nazionali.
App di food delivery spagnola, approdata in Italia negli ultimi anni per la gioia di un piccolo nugolo di fedelissimi che avevano avuto occasione di provarla all'estero. A differenza di quelle illustrate fin'ora, Glovo non è un'applicazione specifica per il food, ma si rivolge a diverse categorie di professionisti con esigenze di consegne a domicilio.
Impresa tedesca con sede a Berlino, attualmente partner di oltre 9.000 ristoranti in 10 Paesi del Mondo. In Italia è particolarmente diffusa nelle regioni settentrionali, dove rappresenta uno dei maggiori concorrenti di Just Eat e Deliveroo.
Last but not least! Uber Eats è un servizio promosso e diffuso da Google che mira ad offrire un servizio improntato su quello dell'omonima applicazione di car sharing. Attualmente è in via sperimentale nella sola città di Milano, ma i suoi sviluppatori assicurano che presto potrà essere lanciata su tutto il territorio italiano.
Al pari dell'organizzazione di un servizio di take-away o da asporto, inserire il menù del proprio locale all'interno di una o più piattaforme di food delivery apre virtualmente le potenzialità dell'attività a nuove e interessanti prospettive di business.
Molti gestori del servizio assicurano un incremento delle ordinazioni fino al +15% / +20%, ma è necessario individuare bene il servizio al quale affidarsi e le clausole contrattuali che lo caratterizzano.
A fronte di una maggiorazione per la clientela di circa 2,40 / 2,90 euro, per il costo della consegna a domicilio, le app di food delivery si differenziano l'un l'altra per la marginalità di provvigioni che trattengono sul conto pagato dal cliente.
Si va da una percentuale minima del 15% sull'importo in scontrino prevista da Just Eat (per i nuovi clienti, che si abbassa al 12% dalla seconda ordinazione da parte dello stesso cliente) ad un massimo del 25% / 30% previsto da altri delivery. Percentuali certamente non irrisorie per il lavoro di chi opera nella ristorazione, e che per questo possono facilmente determinare il buono o cattivo rapporto con questa tipologia di servizio.
Per il ristoratore è pertanto necessario individuare quali vantaggi nello specifico siano determinati dalla convenzione con l'una o l'altra piattaforma di food delivery, la loro diffusione sul territorio e tutte le altre variabili del caso, previste da contratto.
Alcune piattaforme, come Just Eat, prevedono l'installazione di un terminale ad hoc per le ordinazioni (senza costi per il ristoratore che vi aderisce), per permettere una gestione più agevole e separata delle ordinazioni provenienti dal servizio. Allo stesso modo, altre piattaforme consentono di affidare le consegne a rider forniti dall'azienda, declinando a loro la gestione di tutta la parte relativa alla consegna a domicilio.
L'adesione ad uno o più servizi di questo tipo è quindi subordinata alla natura del proprio locale, a quella della propria clientela di riferimento e all'organizzazione del proprio staff.
Una scelta, certamente, da valutare con tutta la cura e l'impegno del caso, in quanto potenzialmente fruttuosa per il proprio fatturato e l'acquisizione di nuovi clienti.