Asporto e consegna a domicilio hanno rappresentato le uniche, obbligatorie, soluzioni per la ristorazione nell'ultimo anno. Strategie che, com'era già evidente nei mesi più caldi dell'emergenza, non sarebbero state abbandonate con le riaperture, come in effetti sta accadendo.

Asporto e delivery post riapertura: perché continuano ad essere importanti

Asporto e consegna a domicilio hanno rappresentato le uniche, obbligatorie, soluzioni per la ristorazione nell'ultimo anno. Strategie che, com'era già evidente nei mesi più caldi dell'emergenza, non sarebbero state abbandonate con le riaperture, come in effetti sta accadendo.

Complici sicuramente le attuali disposizioni di consumo all'aperto, che in molti casi hanno ridotto il numero di coperti precedentemente disponibili nel locale, rendendo necessario il mantenimento delle formule take away e delivery. Ma non è solo questo.

La sostanziale differenza rispetto al passato, a conferma dell'ormai forte predilezione del pubblico specie per il food delivery, è ben rappresentata dal fatto che la consegna a domicilio non è più quasi esclusivamente legata all'ordinazione serale. Colazioni, pranzi per lavoratori in smart working, brunch, aperitivi e merende: tutti questi segmenti passano oggi anche attraverso il food delivery.

Ma anche l'asporto fa la sua parte, come dimostrato dal successo della formula pic-nic take away lanciata la scorsa estate e che quest'anno molti ristoratori pensano di bissare.

Una maggiore diffusione, organizzazione e cura di questi servizi da parte dei ristoratori dall'inizio dello scorso anno ha abituato e conquistato il pubblico, che li considera ormai non più canali alternativi alla ristorazione ordinaria, ma al pari di quest'ultima.

I dati raccolti dalla FIPE e dell'Osservatorio Annuale del Mercato dell'Online Food Delivery di JustEat parlano chiaro: take away e consegna a domicilio rappresentano una fetta importante degli incassi, quindi perché rinunciarci? Soprattutto a fronte del duro lavoro speso nei mesi precedenti per lanciare, potenziare, gestire e comunicare al pubblico questi servizi da parte di attività di ristorazione / somministrazione che, solo fino allo scorso anno, non credevano o non avevano investito in queste strategie.

Strategie che, oggi, arrivano a rappresentare anche il 50% e più del fatturato medio mensile di moltissimi locali. Vediamo allora qualche numero in dettaglio e alcuni consigli per migliorare il servizio e incrementare gli affari.

Dati e numeri di delivery e asporto in Italia

Nel 2020 e in questo 2021, il segmento dell'asporto e della consegna a domicilio ha, come prevedibile, guidato il mercato. Il rapporto elaborato da JustEat parla di una crescita complessiva del comparto food delivery del +25%. Dati basati esclusivamente sulle transazioni elettroniche registrate dalla piattaforma, che vanno quindi a crescere se comparate agli altri principali players di settore e ai servizi di delivery fai da te.

Nel corso del 2020, il 70% degli italiani ha ordinato più di una volta cibo online, circa 50 milioni di persone, per un valore del segmento che l'Osservatorio Food Delivery di Just Eat stima tra i 700 e gli 800 milioni di euro.

E non sarebbero pochi, ad ascoltare il vox populi di forum e gruppi social di settore, i ristoratori che hanno persino visto incrementare i propri affari rispetto al passato proprio grazie ad un efficiente sistema di consegna a domicilio. Pizzerie che, lavorando con i coperti, riuscivano a raggiungere una media di 100 / 150 pizze a sera e che, esclusivamente grazie alla delivery, sono riusciti a raddoppiare questi numeri.

Non a caso, ad unirsi al coro dei pro-delivery in questi ultimi mesi sono stati nomi illustri della ristorazione italiana. A cominciare dal maestro del sushi Wicky Priyan, del rinomato ristorante meneghino “Wicky's Innovative Japanese Cuisine”, fino allo chef Eugenio Boer che in merito all'esperienza maturata con “Bu:r a Casa” ha dichiarato “Il delivery è stato sicuramente un'ancora di salvezza in un momento difficile”.

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Food delivery: non solo consegna, ma un'esperienza per il cliente

Gli esempi appena citati sono solo alcuni tra quelli di attività di ristorazione italiana reinventatesi a seguito del primo lockdown con strategie incentrate su delivery e asporto.

È il caso anche dello chef Giuseppe Iannotti, titolare del ristorante “Krèsios” di Benevento e ideatore di “8pus”, fish delivery basato sul format “pronto da cucinare” con consegna in tutta Italia entro 48 ore, un canale YouTube dedicato e un packaging accattivante e moderno.

O quello di Matias Perdomo patron di “ROC – Rosticceria Origine Contraste” che, insieme ai collaboratori Simon Press e Tomas Piras, ha una “SlowSticceria” diametralmente opposta alla classica take away mordi e fuggi. Il trio, infatti, offre preparazioni rigorosamente fatte in casa e a base di prodotti locali, per le quali è necessario prenotare con un giorno di anticipo.

Stravolgere i paradigmi, cavalcare le tendenze (come nel caso di sushi e cucina di pesce, autentici protagonisti del food delivery all'italiana in questi mesi), reinventarsi: queste le parole chiave per un servizio di asporto e consegna in grado di incrementare incassi e reputazione del locale. Certo non è facile, specie nel difficile momento di transizione che il settore della ristorazione si trova ad affrontare, all'interno del quale, tuttavia, iniziano finalmente ad intravedersi segnali in positivo.

Il tutto esaurito nei primi weekend di maggio è la dimostrazione di un sentito, condiviso e ben sperato desiderio di normalità. Un sentimento che, purtroppo, dovrà attendere ancora prima di essere appagato completamente, visti i tempi previsti dalle recenti profilassi vaccinali e la decisione di prolungare il coprifuoco serale almeno fino all'estate in arrivo. In questo lasso di tempo, delivery e asporto continuano a rappresentare soluzioni indispensabili e remunerative.

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Differenziare il servizio di consegna e spesa a domicilio rappresenta uno dei fattori fondamentali per il successo di questa strategia. Un servizio multicanale e ben organizzato è un servizio in grado di raggiungere un target di pubblico più ampio, facendo realmente la differenza.

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